Informazioni sull'opera:
Regia di Aldo Tarabella
Per questa straordinaria avventura ci troviamo di fronte a due soggetti: il primo, l’opera perfetta per eccellenza, l’amatissimo Flauto Magico; il secondo, l’Abbazia di S. Galgano, luogo denso di storia, fortemente evocativo e sede per la messa in scena. La chiave sta tutta qui, su come riusciremo a far convivere armoniosamente queste due “meraviglie” della nostra storia europea.
Dunque l’apparato scenico non poteva non fare un passo importante come cercare di ripescare, attraverso una macchina teatrale di stampo barocco, atmosfere arcaiche del fantastico, come se fossero già esistite all’interno dell’Abbazia. Le monofore, le colonne, le fughe di luce vengono sfruttate per creare un tutt’uno tra il “finto teatrale” e la monumentale struttura architettonica. I costumi, come se si staccassero dalle pareti di S. Galgano, non possono essere che polverosi, vissuti intensamente nel tempo.
I personaggi, attraverso i loro interpreti, immersi in questo luogo così fortemente ispiratore, saranno portatori di pensieri legati al genere umano. L’esaltazione della virtù di Tamino, proiettato verso i grandi ideali etici del vivere e convivere in pace e sorretto dalla sapiente guida di Sarastro; l’alto sentimento di amore di Pamina e la semplicità di Papageno, legato felicemente alle piccole soddisfazioni quotidiane, ovvero assicurarsi una compagna e il mangiare e bere bene, tutti i giorni. È, in fondo, una vetrina tra le varietà dell’uomo, da sempre in conflitto tra il bene ed il male.