Informazioni sull'opera:
Regia di Aldo Tarabella
La lettura del romanzo di Prevost, da cui è tratto il libretto per Manon Lescaut, mi risultò necessaria per comprendere, in profondo, la complessa personalità di Manon, anche perché i versi nell’opera, per necessità di sintesi, spesso risultano limitanti, quasi riassuntivi degli stati d’animo dei personaggi principali e forse non esaustivi, portandoci magari, come nel caso di Manon, a condannarla, quasi senza pietà, come fosse una donna senza scrupoli, avida e sfruttatrice.
Invece la musica di Puccini testimonia che la giovane donna ha amato profondamente, restituendo dignità a una disgraziata storia d’amore tra lei e il cavaliere De Grieux: un giovane abate di ottima famiglia che si rovinerà, perdendo la ragione, innamorandosi perdutamente della giovane Manon. Uomo mite e di pace, per lei ruberà, ucciderà e vorrà seguire il triste destino della sua donna verso il definitivo declino, sino alla fuga nel deserto, nella speranza di trovare la via per la salvezza e dove invece Manon troverà la morte.
Puccini accompagna, con intensità straordinarie, ogni attimo della storia tra i due giovani: in un primo atto dedicato alla giovinezza, dove sottolinea la propria malinconia nel ricordarla, avviene il primo incontro, folgorante e proprio appoggiandosi all’irrazionalità giovanile si preparerà una clamorosa fuga dei due giovani verso l’ignoto…”Bella non vidi mai…”.
Ricordo la mia prima regia per Manon presso le Fondazioni per l’Opera nei teatri del Molise e degli Abruzzi, poi la straordinaria avventura all’ Art Center di Seoul e a Gennaio 2022 ho debuttato con un nuovo allestimento nei teatri di Ravenna, Lucca, Modena e Ferrara di cui avevo piacere a mostrare alcune foto dove il palazzo, unico elemento scenico, da un atto all’altro precipita sino a trasformarsi in un relitto, tanto quanto il destino di Manon.